Chi di voi ha esperienza di consigli di amministrazione, sa
che le proposte importanti, prima di arrivare alla sala del consiglio, transitano
nei bar e ristoranti, discutendo ed accordandosi a tu per tu sugli eventuali
vantaggi che ne derivano da tale decisione.
Nel momento che la proposta arriva alla discussione “ufficiale”
il proponente sa già chi voterà a favore e chi contro.
Leggi ed emendamenti seguono la stessa logica, ma in modo
molto più articolato: i capigruppo si incontrano nel Transatlantico, al bar, al
ristorante e li avviene il gioco delle parti “te voti questo emendamento ed io
voto il tuo… te appoggi la mia legge ed io appoggio la tua nomina nella tale
commissione… te proponi questo emendamento che dovrà essere bocciato per far
approvare quest’altro che conterrà anche la tua richiesta…”
Se qualcuno si illude ancora che Berlusconi “si sacrifica”
di nuovo per non lasciare il Paese nelle mani della sinistra, è bene che sappia
che i governi Prodi e D’Alema hanno proposto diverse leggi a suo favore.
Pensate ancora che la sinistra sia dalla parte degli operai
e la destra dalla parte delle aziende?
Provate ad entrare nel sito del Parlamento ed andate a
leggere una qualsiasi legge, vi accorgerete che modifica una precedente “all’art
x comma y le parole pippo saranno sostituite
dalle parole topolino”, che a sua
volta ne modifica una precedente e così via, creando una serie quasi infinita
di scatole cinesi legislative che non solo rendono la comprensione della legge
nella sua globalità, praticamente impossibile, ma consentono di inserire
modifiche che portano vantaggi ad alcuni “potenti” con grande svantaggio per l’Italia
e gli italiani.
Un esempio tra tutti: l’articolo 60 della legge sulle
liberalizzazioni (legge 27 del 2012) al comma 2 recita: “All’articolo 2, comma 3, del decreto legislativo 18 luglio 2005, n.
171, dopo le parole: «Unione europea» sono inserite le seguenti: «o
extraeuropei».” Il decreto n.171 è il codice della nautica da diporto e la
modifica appena citata, estende alcuni “privilegi” derivanti dall’uso commerciale delle unità da
diporto (es: costo agevolato dei carburanti), alle imbarcazioni battenti
bandiera extraeuropea, quindi anche di proprietà di società residenti in
paradisi fiscali.
L’articolo 60 bis della stessa legge, modifica la legge 214
del 2011 trasformando la tassa di stazionamento per le imbarcazioni in tassa di
possesso, di fatto imbarcazioni di bandiera non italiana non pagheranno più
alcuna tassa in Italia.
È evidente che questi articoli fanno risparmiare molti soldi
in modo legale a tutti coloro che possono permettersi di aprire una società in
un paradiso fiscale solo per acquistare uno yacht, chiaramente a danno dello
Stato.
Come può “un” parlamentare, eletto difendere gli interessi
dei cittadini e dell’Italia, proporre e/o votare una legge che toglie soldi
allo Stato, quindi ai servizi per i cittadini, per lasciarli nelle tasche di
alcuni personaggi disonesti che a causa di queste leggi diventano onesti?
Eppure il decreto delle liberalizzazioni è stato convertito
in legge con il voto della destra, centro e sinistra.
La stessa cosa per l’IMU e così via; sempre tutti d’accordo a
votare a sfavore dell’Italia ed a favore di qualche amico.
Pensate ancora che Bersani, Berlusconi, Casini, Monti,
Maroni, ecc abbiano veramente l’interesse
a guidare l’Italia fuori dalla crisi?
Amara delusione vi attende.