domenica 21 maggio 2017

Illegalità Tollerata

Da diversi anni vediamo uomini, donne ed a volte anche bambini, che percorrono le nostre strade cittadine, trainando carrelli e passeggini, nel cui interno non vi sono generi alimentari o bambini da portare al parco, ma rifiuti.


Queste persone ogni giorno visitano i cassonetti dei rifiuti solidi urbani, con l’intento di prelevare qualsiasi cosa che possa essere avviato ad un ciclo parallelo di raccolta, commercializzazione e smaltimento, traendone un profitto.

Osserviamo con indifferenza questo brulicare di “raccoglitori e trasportatori”, convinti che “tanto quei rifiuti non sono di nessuno”, ma ci indigniamo quando vediamo strade periferiche trasformate in discariche, o quando veniamo a conoscenza di territori distrutti solo per interrare rifiuti più o meno pericolosi.

Dobbiamo sapere che il parlamento italiano più volte si è espresso in materia ambientale, in particolare sulla gestione dei “nostri” rifiuti.

Già nel 1966 con la legge n.615 si prese coscienza del fenomeno dell’inquinamento atmosferico, avviando una stagione di tutela dell’ambiente.
Nel 1998 il d.p.r. n.203 abrogò la 615, attuando alcune direttive europee in materia di qualità dell’aria.

Dobbiamo attendere il 2006, quando con il D.Lgs n.152 il legislatore definisce in modo giuridico le “Norme in materia ambientale”, non solo regolamentando la qualità dell’aria, ma anche tutto il ciclo di gestione dei rifiuti, dalla produzione allo smaltimento, per poi vedere la modifica di alcuni articoli del D.Lgs. 152, con l’introduzione del SISTRI (Sistema Tracciabilità Rifiuti) nel 2010 con il D.Lgs. n.205.

Il Decreto, oltre a dettare le norme sulla produzione, stoccaggio, trasporto, commercializzazione, recupero e smaltimento dei rifiuti, ne stabilisce anche le sanzioni in caso di violazioni della legge.

Nel caso in esame, quelle persone che ci passano vicino con un carrello della spesa carico di plastica, metallo e quant’altro, senza entrare nel merito di tutte le violazioni che commettono, queste possono essere sintetizzate nell’art.256 (attività di gestione di rifiuti non autorizzata); il comma 1 recita:

Chiunque effettua una attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione, iscrizione o comunicazione di cui agli articoli 208, 209, 210, 211, 212, 214, 215 e 216 e' punito:
a) con la pena dell'arresto da tre mesi a un anno o con l'ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro se si tratta di rifiuti non pericolosi.

La cosa che a me sconcerta, è che mentre da un lato un'ampia fetta della classe politica effettua una forte pressione mediatica verso l'accoglienza e verso l'integrazione, dall'altro la stessa classe politica, accetta che gli stessi immigrati vivano nell'estremo degrado, creando vere sacche di illegalità e di sfruttamento, togliendo qualsiasi strumento di intervento alle forze dell'ordine ed alla magistratura.

La gestione dei rifiuti è una delle tante sacche di illegalità tollerata da tutte le istituzioni.

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