La Corte dei Conti ha denunciato una riduzione del gettito fiscale di 3,4 MLD rispetto le previsioni.
Chi si sorprende di questa notizia, o è un ingenuo o sostiene un ruolo.
Se avessi una piccola attività e la mia mala gestione, negli anni mi ha portato ad avere un debito molto alto e la crisi mi riduce le entrate, ho solo due cose da fare, cambiare la mia gestione (ELIMINARE i miei sprechi) ed INCENTIVARE i clienti a spendere nel mio negozio.
Qualsiasi altra iniziativa, soprattutto l’aumento dei prezzi, mi porterà al fallimento certo.
È evidente che l’economia di uno Stato è leggermente diversa da quella di un’attività, ma non serve essere un economista per capire che una maggiore tassazione in periodo di crisi causa ulteriore frenata dei consumi e quindi minore gettito fiscale.
In più occasioni abbiamo sollecitato il governo ad intervenire con misure che incentivassero i consumi; questo può essere fatto solo riducendo gli sprechi della P.A. e della politica e con una seria riforma del fisco, che ridistribuisca la pressione fiscale con maggiore equità alleggerendone il carico che grava sui cittadini e sulle microimprese, carico oggi insopportabile per molti.
Nel 2008 150 persone si sono uccise per motivi economici, nel 2009 sono state 198 e 187 nel 2010, non si hanno dati del 2011, ma il record di 11.615 aziende chiuse per fallimento nel 2011 e di 50.000 posti di lavoro perduti sono il risultato di una crisi male gestita.
Recentemente ho avuto modo di parlare a lungo con Tiziana Marrone, moglie di Giuseppe Campaniello, l’artigiano che il 28 marzo si dato fuoco davanti all’agenzia delle entrate di Bologna.
Nelle parole di Tiziana ho trovato tutta la disperazione e la rabbia di una donna a cui le decisioni di una classe politica negli ultimi decenni hanno tolto tutto,
La colpa di Giuseppe Campaniello è di non essere stato disonesto, di non aver portato denaro all’estero, di non aver aperto società in un paradiso fiscale, di non aver sfruttato i lavoratori con contratti precari, semplicemente non riusciva a pagare le tasse per questo il fisco lo voleva in galera.
Non è assolutamente accettabile che lo Stato porti una persona al punto da togliersi la vita, mentre gli italiani, nonostante le grandi difficoltà, stanno accettando ogni tentativo di risanare i conti pubblici; dal Governo e dal Parlamento ci si aspettava molto più senso di responsabilità e maggiore equità nelle proprie decisioni, invece ai decenni di scelte politiche che hanno fortemente penalizzato la piccola imprenditoria, i lavoratori ed i pensionati, si sono aggiunte le ultime “riforme” che hanno spostato ulteriormente l’indice della bilancia fiscale a sfavore di questi ultimi, aggravando ulteriormente il peso di una crisi causata proprio da coloro ai quali le Istituzioni hanno strizzato nuovamente l’occhiolino, banche, speculatori finanziari ed elusori fiscali (l’elusione adesso è legale).
La riduzione dei consumi ed il minore gettito fiscale ne sono la testimonianza e nonostante da più fronti si levi la richiesta di interventi seri per un rilancio dell’economia, il presidente Monti regala la Rai alle banche ed i partiti con la loro lunga schiera di politici corrotti si preoccupano solo di alleanze e di falsi rinnovamenti di facciata per cercare di riconquistare un elettorato stanco di essere preso in giro.
Ancora una volta chiediamo al Governo di invertire la rotta delle sue scelte, mettendo i cittadini al centro delle sue decisioni; ai politici chiediamo che almeno una volta si assumano la responsabilità che gli italiani hanno dato loro nel 2008.
Perseguire la strada intrapresa dal Governo e convalidata dal Parlamento avviterà l’economia italiana in una recessione di difficile recupero, in tal caso le urne dovranno presentare il conto ai politici, responsabili di uno Stato vessatore, che chiude un occhio con i grandi evasori e punisce severamente chi vuole ma non riesce a pagare.
Marco Giganti.
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