Alle ultime elezioni amministrative oltre il 50% degli
Italiani non sono andati a votare per dire basta al sistema partitocratico,
mentre una parte degli elettori ha deciso di punire con il voto chi ha tradito
la loro fiducia, vedremo se il movimento 5 stelle avrà meritato questo voto di
protesta; solo i fedelissimi, incuranti di vent’anni di politica disastrosa e
delle vicende che vedono coinvolti tutti i partiti, hanno confermato la loro
fiducia ad una accozzaglia di personaggi di dubbia capacità.
Nonostante gli italiani abbiano sempre affrontato le
consultazioni elettorali con diverso spirito, a seconda che siano elezioni
amministrative o politiche, nelle urne quest’anno gli italiani hanno espresso
una chiara posizione: sono stanchi di una classe politica che non li
rappresenta più.
E mentre i partiti annaspavano tra un netto calo di consensi
ed un tentativo disperato di rinnovarsi, è arrivato in loro soccorso il
terremoto in Emilia Romagna.
I media hanno relegato i noiosi problemi politici ed
economici in brevi articoli nelle pagine più interne.
È giusto e fondamentale occuparsi di tragedie come questa
dell’Emilia, quando avvengono, ma approfittare del momento in cui l’opinione
pubblica si sta stringendo attorno a chi ha perso tutto, per cercare di far cadere
nel dimenticatoio certe nefandezze della politica italiana, è vergognoso.
Sono passati già molti giorni dalla prima scossa in Emilia,
i nostri rappresentanti delle Istituzioni dove sono? Ci sono persone che stanno
reagendo da sole, rimettendo in gioco quel poco che gli è rimasto, dove sono i
rappresentanti delle istituzioni? Quanti di loro si sono recati a Mirandola o
Finale Emilia?
Troppo occupati, troppo occupati a studiare come impedire
l’entrata in parlamento del movimento 5 stelle, troppo impegnati a rifarsi il
trucco per convincere quel 50% di non votanti per le prossime elezioni.
Noi cittadini per l’Italia siamo vicini e ci battiamo per
tutti i terremotati, per i quali le istituzioni e la politica non ha rinunciato
e non rinuncia a nulla, neanche in periodo di crisi.
Siamo vicini e ci battiamo per le famiglie di chi si è tolto
la vita, vittime di una crisi gestita male dai nostri politici dopo vent’anni
di politica estremamente permissiva, nella nostra lettera di dicembre a Monti
chiedevamo maggiore equità che puntualmente non c’è stata.
Siamo vicini e ci battiamo per i precari, figli di un Italia
di serie B, un’intera generazione privata di qualsiasi diritto presente e
futuro.
Siamo vicini e ci battiamo per le piccole imprese, i
disoccupati, i pensionati, per tutti coloro che stanno pagando i risultati di
una speculazione finanziaria selvaggia con la complicità di una classe politica
europea.
Il nostro pensiero ora è rivolto agli amici dell’Emilia, ma non
dimentichiamo e ci batteremo perché nelle urne gli italiani non dimentichino.
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