Da qualche tempo a questa parte va di moda dire che il debito pubblico è la causa di tutti i nostri mali.
Siamo sicuri che sia veramente la causa? O anche il debito è una conseguenza?
Ma che cosa è il debito pubblico?
Cercherò di spiegare in modo estremamente semplice perché il debito pubblico non è la causa, ma la conseguenza di qualcosa molto più grave.
Lo Stato, ha delle entrate e delle uscite come qualsiasi azienda, ma mentre lo scopo di quest’ultima è creare un utile, facendo in modo che le entrate siano maggiori delle uscite, perché in caso di contrario, rischia il fallimento, per lo Stato non esiste questa ipotesi, in quanto esso non ha fini di lucro anzi, in teoria potrebbe spendere più di quanto entra, all’infinito senza mai fallire, perché ha uno strumento che le aziende non hanno: può stampare moneta, anzi poteva stampare moneta.
Prima del 1981, quando il Ministero del Tesoro “divorziò” dalla Banca d’Italia, l’economia funzionava più o meno così.
Se lo Stato decideva di costruire un ponte, pubblicava un bando di gara che veniva aggiudicato da una impresa per un importo, ipotizziamo, di 1000 MLN, questa avviava i lavori ed alla consegna del ponte lo Stato stampava 1000 MLN e pagava l’impresa, che a sua volta pagava le ditte che avevano collaborato alla realizzazione e a loro volta pagavano i loro dipendenti.
La spesa effettuata dallo Stato non era un debito ma una voce di bilancio che aveva creato ricchezza tra tutti coloro che avevano preso parte al lavoro.
Oggi con l’euro ed il pareggio di bilancio funziona diversamente.
Lo Stato decide di costruire un ponte e pubblica un bando di gara che viene aggiudicato da una impresa per un importo di 1000 MLN ma questa volta non è lo Stato a stampare la moneta, perché non può più farlo.
Quindi la BCE, banca privata, stamperà 1000 MLN che li presterà alle banche commerciali, che a loro volta li presteranno allo Stato che a sua volta pagherà l’impresa e così a scendere.
Però quei 1000 MLN prestati allo Stato, dovrà restituirli alle banche con un interesse, diciamo del 5%, le banche restituiranno i 1000 MLN alla BCE con un interesse, diciamo del 1%, per cui la BCE ha guadagnato 10 MLN e le banche commerciali 40 MLN.
Quindi, lo Stato per costruire il ponte ha contratto un debito pubblico verso le banche di 1000 MLN più gli interessi e mentre prima il popolo diventava più ricco grazie alla costruzione del ponte, adesso, con il pareggio di bilancio, visto che per ogni voce di spesa lo Stato deve individuare una voce di entrata, mentre paga ai cittadini 1000 MLN per la costruzione del ponte, agli stessi chiederà indietro, sotto forma di tasse, 1050 MLN, impoverendo così il popolo ed arricchendo le banche.
Poiché finora lo Stato non era obbligato a spendere “meno” di quanto entrava di tasse, per evitare di aumentare troppo la pressione fiscale, dal 1981 ad oggi ha accumulato notevoli prestiti dalle banche aumentando nel corso degli anni la quota degli interessi.
Purtroppo però un accordo firmato con gli altri Stati e con la BCE, diventato legge costituzionale, ci obbliga non solo al pareggio di bilancio, ma anche a ridurre il debito pubblico (oggi di 2.000 MLD) di circa 50 MLD l’anno da sommare ai circa 80 MLD di interessi e 25 MLD quale quota del fondo salva Stati, significa che lo Stato darà ai cittadini servizi per circa 800 MLD ma ne chiederà indietro 925 MLD.
Lo spiego diversamente, lo Stato spende mediamente €13.300 per ogni cittadino, ma ad ognuno di essi chiederà indietro €15.400, diventando ognuno di noi, €2.100 più povero,ogni anno.
Siamo in campagna elettorale ma nessuno si assume le proprie responsabilità scaricandole sullo schieramento avversario e facendoci ancora credere che abbasseranno le tasse, che ci sarà la crescita… la crescita economica presuppone che i cittadini aumentino la loro spesa, maggiore pressione fiscale, 480 lavoratori licenziati ogni giorno, 32 imprese fallite ogni giorno… come si fa ad aumentare la spesa con questi numeri?
Al momento di votare, ricordiamo che sinistra, centro, destra e tecnici, TUTTI, hanno firmato questi accordi e votato le leggi che li ratificavano, togliendo sovranità al popolo e decidendo che ogni anno sarete SEMPRE PIU' POVERI.
È evidente che un sistema del genere non può durare a lungo, finirà inevitabilmente di implodere su se stesso, o, addirittura, innescherà reazioni ben più violente da parte del popolo.