Facendo un’analisi
delle elezioni appena chiuse, il 26 febbraio scrivevo: “…ci
troviamo di fronte all’eventualità che PD e PDL si coalizzino, magari con il
supporto di Monti…”.
Se mettiamo insieme alcuni fatti, sembra quasi sia stato
tutto programmato sin dall’inizio, da chi, lo lascio intuire a voi.
Qualche giorno dopo le elezioni, Berlusconi ha iniziato a
dire che il PDL era pronto ad appoggiare un governo PD, ma Bersani coerente con
la sua campagna elettorale, gli ha tenuto la porta ben chiusa.
Forse Bersani voleva veramente avviare un rinnovamento
della politica, sperando fino all’ultimo che il M5S accettasse di entrare nel
governo, anche se avrebbero dovuto firmare una cambiale in bianco, ma la
posizione ferma di Grillo deve averlo indispettito altrimenti avrebbe accettato
di votare Rodotà.
Ma anche Renzi, dopo il suo lungo silenzio, torna a farsi
sentire e dai primi di marzo, ha più
volte punto il fianco di Bersani spingendo al dialogo con il PDL; ma niente da
fare, Bersani è irremovibile.
Ma i giorni passano, l’elezione del Capo di Stato si
avvicina ed il governo non vede la luce.
Tre giorni prima dell’inizio delle votazioni per il Capo
di Stato, il 15 aprile, a Parma si è svolta la ricorrenza del centenario di
Pietro Barilla, alla quale ha partecipato Berlusconi ma, casualmente c’era anche
Renzi ed i due si sono appartati in una saletta riservata per più di un’ora, ma
nessuno sa cosa si siano detti.
Il 18 aprile iniziano le votazioni del Presidente della
Repubblica, il primo candidato proposto da Bersani è Marini, ma non raggiunge
il quorum; il secondo e terzo scrutinio di fatto vengono saltati votando scheda
bianca, al quarto scrutinio Bersani propone Prodi, ma 101 parlamentari del PD
non lo votano ed ora Bersani è fuori dai giochi, dimissionario lui e tutta la
segreteria del PD.
La sera del 19 inizia una processione al Quirinale per
convincere Napolitano a restare e nonostante lui abbia giurato e spergiurato
che non avrebbe mai accettato di restare, il giorno dopo, al quinto scrutinio viene
rieletto.
Il 24 aprile Napolitano nomina Enrico Letta (nipote di
Gianni Letta) che apre al PDL, ed ora abbiamo un governo PD – PDL – Scelta Civica.
Cosa si sono detti in quella saletta riservata Berlusconi
e Renzi?
Perché 101 parlamentari del PD non hanno votato Prodi?
Che rapporti ci sono tra Berlusconi, Renzi, Letta
(Enrico) e Napolitano?
Lascio a voi rispondere a queste tre domande.
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