Molte associazioni di donne chiedono da tempo una legge che punisca e tenti
di fermare il femminicidio.
La scorsa settimana si sono svolti i funerali di Rosy Bonanno, uccisa dal marito, nonostante le numerose
denunce di stalking fatte da Rosy.
Siamo sicuri che una legge che identifica e punisce il femminicidio, ne
riduca il fenomeno? O sarà semplicemente una delle tante leggi che inasprisce
pene, che non vengono mai inasprite dai giudici a causa di commi e sottocommi?
È chiaro che non si può dare la scorta ad ogni persona che viene minacciata, ma
non è forse meglio intervenire prima? Io ritengo che pensare all’omicidio di
una donna, una volta che questo è accaduto diventa inutile, occorre pensare
come evitare che una donna venga uccisa.
Il problema è che molte volte ci sono gli elementi per intervenire prima,
ma non si interviene, e ci si ritrova ad applaudire una salma.
Mentre per altre situazioni si interviene ed anche in forza, alla richiesta
di un funzionario del Kazakistan di arrestare ed espellere dall’Italia una
donna e sua figlia minorenne, la polizia esegue immediatamente la richiesta,
presentandosi alla porta di casa della donna con 50 agenti.
Meno di 3 giorni ed è già in volo per il Kazakistan, ma quella donna non ha
commesso reati, è solo la moglie di un dissidente kazako, Ablyazov.
C’è solo una domanda che mi frulla in testa:
Perché se una donna presenta molte
denunce nei confronti del suo ex compagno le autorità lasciano correre, non
intervengono rendendosi complici poi del suo omicidio, mentre intervengono
subito, celermente ed in forza per sequestrare una donna ed una minorenne che
non hanno commesso nessun reato?
Sarebbe un segno di grande rispetto nei
confronti degli italiani se il ministro Alfano ed il Premier Letta,
rispondessero a questa domanda, senza prenderci in giro come sanno far bene
ogni giorno.
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