di Marco
Giganti
Cari amici, non sono un economista ne tanto meno un esperto di politica. sono uno di quelli che ha iniziato a lavorare mentre ancora studiava; ho fatto la mia semplice carriera da impiegato facendo una lunga gavetta, cinque anni fa ho rilevato una piccola attività artigianale che porta avanti, con non poche difficoltà, la mia compagna con il mio aiuto.
Dico questo perché mi ritengo una persona semplice, normale come la maggior parte di voi, a cui certi aspetti dell’economia e della politica a volte risultano quasi incomprensibili. Ma qualcosa mi è chiaro. Mi è chiaro che ad ogni legislatura le campagne elettorali sono sempre state un elenco di promesse mirate alla raccolta dei voti; sfruttate solo per spartirsi posti di potere, sfruttando l'ingenuità (e in alcuni casi la convenienza) di milioni di italiani.
Una cosa che emerge tanti forum di cui è piena la rete, oltre ai contributi di chi è più esperto di me, è il malcontento, è la rabbia di chi ha aperto gli occhi e si è accorto di essere stato preso in giro per tutto questo tempo ed ora sta dicendo basta. Mi è chiaro che questo sistema, che va avanti da decenni, sarà duro da scardinare, ma va fatto.
Io non ho aziende da delocalizzare, non ho società da aprire nei paradisi fiscali, sono solo un italiano che vive e lavora (fortunatamente) in Italia, che paga tutto ciò che c'è da pagare, che fa la fila all' INPS, che parcheggia dentro le strisce, mette la freccia prima di girare e si ferma quando il semaforo è giallo.
Forse tutto questo è demagogia? E' demagogia desiderare un'Italia diversa, migliore? E’ demagogia volersi impegnare in prima persona per ridare un futuro ai giovani? Mi permetto immeritatamente di usare delle parole che ricordano quelle di un grande della storia: “Io ho un sogno, che i nostri figli vivranno un giorno in una nazione nella quale non dovranno scendere a compromessi per lavorare e crescere i loro figli, ma solo con le loro qualità.”
Diamoci da fare perché c’è tanto lavoro che ci aspetta.
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