sabato 2 giugno 2012

Non dimentichiamo


Alle ultime elezioni amministrative oltre il 50% degli Italiani non sono andati a votare per dire basta al sistema partitocratico, mentre una parte degli elettori ha deciso di punire con il voto chi ha tradito la loro fiducia, vedremo se il movimento 5 stelle avrà meritato questo voto di protesta; solo i fedelissimi, incuranti di vent’anni di politica disastrosa e delle vicende che vedono coinvolti tutti i partiti, hanno confermato la loro fiducia ad una accozzaglia di personaggi di dubbia capacità.

Nonostante gli italiani abbiano sempre affrontato le consultazioni elettorali con diverso spirito, a seconda che siano elezioni amministrative o politiche, nelle urne quest’anno gli italiani hanno espresso una chiara posizione: sono stanchi di una classe politica che non li rappresenta più.

E mentre i partiti annaspavano tra un netto calo di consensi ed un tentativo disperato di rinnovarsi, è arrivato in loro soccorso il terremoto in Emilia Romagna.
I media hanno relegato i noiosi problemi politici ed economici in brevi articoli nelle pagine più interne.

È giusto e fondamentale occuparsi di tragedie come questa dell’Emilia, quando avvengono, ma approfittare del momento in cui l’opinione pubblica si sta stringendo attorno a chi ha perso tutto, per cercare di far cadere nel dimenticatoio certe nefandezze della politica italiana, è vergognoso.

Sono passati già molti giorni dalla prima scossa in Emilia, i nostri rappresentanti delle Istituzioni dove sono? Ci sono persone che stanno reagendo da sole, rimettendo in gioco quel poco che gli è rimasto, dove sono i rappresentanti delle istituzioni? Quanti di loro si sono recati a Mirandola o Finale Emilia?

Troppo occupati, troppo occupati a studiare come impedire l’entrata in parlamento del movimento 5 stelle, troppo impegnati a rifarsi il trucco per convincere quel 50% di non votanti per le prossime elezioni.

Noi cittadini per l’Italia siamo vicini e ci battiamo per tutti i terremotati, per i quali le istituzioni e la politica non ha rinunciato e non rinuncia a nulla, neanche in periodo di crisi.

Siamo vicini e ci battiamo per le famiglie di chi si è tolto la vita, vittime di una crisi gestita male dai nostri politici dopo vent’anni di politica estremamente permissiva, nella nostra lettera di dicembre a Monti chiedevamo maggiore equità che puntualmente non c’è stata.

Siamo vicini e ci battiamo per i precari, figli di un Italia di serie B, un’intera generazione privata di qualsiasi diritto presente e futuro.

Siamo vicini e ci battiamo per le piccole imprese, i disoccupati, i pensionati, per tutti coloro che stanno pagando i risultati di una speculazione finanziaria selvaggia con la complicità di una classe politica europea.

Il nostro pensiero ora è rivolto agli amici dell’Emilia, ma non dimentichiamo e ci batteremo perché nelle urne gli italiani non dimentichino.

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