domenica 21 luglio 2013

da trenta anni l'Italia perde colpi

Ieri Visco ha fatto un’affermazione che forse molto pochi hanno saputo cogliere, “Da 30 anni l’Italia perde colpi”.

Che anno era 30 anni fa? Il 1983, due anni prima il ministero del Tesoro divorziò dalla Banca d’Italia, rinunciando alla sovranità monetaria; traduco: fino al 1981 l’Italia ha svalutato la lira del 600% creando l’IRI, un colosso industriale, con circa 1000 aziende, da far invidia a tutto il mondo.

Svalutazione ed IRI ci hanno portato ai vertici mondiali per industrializzazione ed esportazioni, poi tra Andreotti e Prodi, assecondando le pressioni di Ciampi (governatore della Banca d’Italia) e dei paesi europei (in particolare Germania e Francia), sventolandoci la bandiere del debito pubblico e della prossima costituzione dell’Unione Europea, si è rinunciato al controllo della nostra moneta e sono state regalate, una dopo l’altra, tutte le aziende dell’IRI, con il risultato che nel 1981 il debito pubblico era di circa 500 miliardi di euro, nel 1990 era salito a 1.100 miliardi, nel 2000 dopo le “privatizzazioni” e la messa in liquidazione dell’IRI il debito era salito a 1.600, arricchendo solo gli amici di Prodi, della sinistra ed i tedeschi.

Nel 1980 eravamo il secondo Paese europeo in produzione industriale ed esportazioni e stavamo per sorpassare la Germania.
Oggi stiamo perdendo pezzi importanti della produzione industriale, oramai avvitati in una recessione irreversibile, in quanto siamo privi degli strumenti necessari per poter invertire la rotta, siamo come una grande nave su un fiume che sta andando verso una cascata, ma il comandante si è venduto il timone ed i motori e non può più governare autonomamente per invertire la rotta.

A distanza di 30 anni c’è ancora qualcuno che riprova a parlare di privatizzazioni, perché l’esperienza degli anni 80 e 90 non è bastata, non ha distrutto abbastanza l’Italia.

Che Brunetta, Saccomanni e tutto l’esecutivo si tolgano dalla testa di vendere uno spillo senza il consenso degli italiani.

Vogliono ridurre il debito pubblico? Inizino dai loro benefici, visto che è grazie alla loro politica dissennata ed anticostituzionale che ogni giorno la situazione peggiora.

Ricordiamo che 16 Stati della zona euro su 17 sono in recessione.


venerdì 19 luglio 2013

Due pesi due misure

Molte associazioni di donne chiedono da tempo una legge che punisca e tenti di fermare il femminicidio.

La scorsa settimana si sono svolti i funerali di Rosy Bonanno, uccisa dal marito, nonostante le numerose denunce di stalking fatte da Rosy.

Siamo sicuri che una legge che identifica e punisce il femminicidio, ne riduca il fenomeno? O sarà semplicemente una delle tante leggi che inasprisce pene, che non vengono mai inasprite dai giudici a causa di commi e sottocommi? È chiaro che non si può dare la scorta ad ogni persona che viene minacciata, ma non è forse meglio intervenire prima? Io ritengo che pensare all’omicidio di una donna, una volta che questo è accaduto diventa inutile, occorre pensare come evitare che una donna venga uccisa.

Il problema è che molte volte ci sono gli elementi per intervenire prima, ma non si interviene, e ci si ritrova ad applaudire una salma.

Mentre per altre situazioni si interviene ed anche in forza, alla richiesta di un funzionario del Kazakistan di arrestare ed espellere dall’Italia una donna e sua figlia minorenne, la polizia esegue immediatamente la richiesta, presentandosi alla porta di casa della donna con 50 agenti.

Meno di 3 giorni ed è già in volo per il Kazakistan, ma quella donna non ha commesso reati, è solo la moglie di un dissidente kazako, Ablyazov.

C’è solo una domanda che mi frulla in testa:
Perché  se una donna presenta molte denunce nei confronti del suo ex compagno le autorità lasciano correre, non intervengono rendendosi complici poi del suo omicidio, mentre intervengono subito, celermente ed in forza per sequestrare una donna ed una minorenne che non hanno commesso nessun reato?

Sarebbe un segno di grande rispetto nei confronti degli italiani se il ministro Alfano ed il Premier Letta, rispondessero a questa domanda, senza prenderci in giro come sanno far bene ogni giorno.



mercoledì 10 luglio 2013

Il Parlamento di ferma... Che vergogna!

Abbiamo venduto anche Loro Piana,.

Ascoltavo la proposta di Berlusconi per “aggredire” il debito pubblico, vendere i beni dello Stato per 400 miliardi; il genio, autore della proposta è Renato Brunetta.

Siamo nelle mani dei peggiori italiani che siano nati sul nostro territorio, una classe politica che ha iniziato 30 anni fa a tradire la nazione per la quale hanno giurato fedeltà… avevo ancora i calzoni corti, quando sentivo parlare dell’IRI, troppo piccolo ed ingenuo per capire cos’era.

L’IRI era il braccio imprenditoriale dello Stato, un ente nato nel 1933 per salvare le banche dal fallimento, ampliò i suoi settori nel dopoguerra, diventando il primo gruppo industriale mondiale, dopo gli Stati Uniti, con circa 1000 società controllate ed oltre 500.000 dipendenti.

Poi alla presidenza dell’IRI arrivò Romano Prodi, aziende come Cirio, Parmalat, ILVA, ecc. furono vendute al valore di un magazzino, a cosa è servito vendere le oltre 1000 aziende dello Stato? Ad abbattere il debito pubblico dell’epoca? No! Ha solo arricchito i compratori e svuotato lo Stato di aziende eccellenti.

Oggi il debito pubblico è tre volte quello degli anno '80, ma non abbiamo più aziende da vendere, ma abbiamo ancora gli immobili come le caserme dismesse, che con il mercato al minimo possono essere comprate ad 1/10 del loro valore da qualche società amica di chi conta in Parlamento...

Vogliamo vendere anche questi?

Ieri Prodi, oggi Berlusconi?

No! Non ci sto, se i beni sono dello Stato e noi siamo lo Stato, allora i beni sono i nostri e non dobbiamo permettere che vengano venduti, ma dobbiamo pretendere che la Politica inizi a riformare i meccanismi di spesa tagliando ogni spesa inutile.

Ma la politica è troppo impegnata ad occuparsi delle vicende di Berlusconi, oggi sempre quel genio di Brunetta ha chiesto la sospensione dei lavori delle Camere per tre giorni perché all’interno del PDL devono discutere sulle azioni da intraprendere a favore di Berlusconi…

Dopo una trattativa con il PD hanno convenuto per un giorno; come al solito, quando si parla di problemi seri del Paese, tante belle parole e basta, quando invece si parla dei processi di Berlusconi si ferma anche il Parlamento.


Nel caso che Berlusconi sia condannato, si può configurare il reato di favoreggiamento ad opera dei parlamentari del PDL?

domenica 7 luglio 2013

IMU - IVA - Poveri illusi

Ho notato che ogni volta che un politico partecipa ad un programma televisivo, ascoltiamo sempre parole vicine ai cittadini; conoscono perfettamente la situazione in cui vivono le fasce più deboli, si battono perché la pressione fiscale scenda, si scaldano dicendo che le province debbono essere abolite, pretendono che si riducano i costi della politica, lottano affinché la P.A. paghi gli imprenditori, sono irremovibili quando si parla di togliere l’IMU e non aumentare l’IVA, ecc.

Politici di destra , di sinistra, di centro, leghisti, deputati e senatori di ogni schieramento, di ogni partito; quante volte hanno espresso la chiara volontà di cambiare la legge elettorale? Quante volte hanno detto di voler eliminare i rimborsi elettorali, di ridurre il numero di parlamentari…. Ma chissà come mai tutti d’accordo da Floris, ma in Parlamento tutto si ferma prima di partire.

Ma gli italiani, popolo furbo, che non lo freghi facilmente, ascolta le belle parole dette a "Quinta Colonna", anziché a "Porta a Porta" e poi... si fanno fregare con tutte le scarpe.

Quante volte vi hanno detto che l’IMU si deve togliere? E voi babbei ci credete.
PAREGGIO DI BILANCIO e FISCAL COMPACT, vi dicono qualcosa? Macchè! A voi interessa che il politico di turno vi prenda per il culo da “In Onda” con le belle parole; il resto… chi se ne frega!

Iniziate a fregarvi, PAREGGIO DI BILANCIO:
ogni iniziativa erogata dallo Stato, deve essere pagata con una o più tasse. 

FISCAL COMPACT:
primo punto; le uscite possono superare al massimo del 3% le entrate, ovvero lo Stato può spendere al massimo 25 miliardi in più di quanto voi pagate di tasse (25 miliardi chiaramente in prestito); ma… secondo punto; lo Stato deve restituire alle banche circa 1100 miliardi in 20 anni, più gli interessi, ovvero 130 miliardi l’anno (non dimentichiamo i 25 miliardi l'anno per altri 4 anni da dare al fondo salva stati).

E vi illudete che toglieranno l’IMU? Che l’IVA non aumenta?


Ma vi volete svegliare, poveri illusi?

martedì 2 luglio 2013

Costo del lavoro ed Investimenti esteri

Se riuscissi a farvi cambiare idea in fatto di politica ed economia, mi candiderei alla presidenza del consiglio; no, io voglio che vi facciate domande, che il dubbio vi entri nel cervello e che facciate la stessa cosa con un’altra persona.

Sentiamo su tutti i telegiornali che dobbiamo abbassare il costo del lavoro per attirare investimenti esteri.

Ci siamo mai domandati cosa significa?

Abbassare il costo del lavoro…
Non ci illudiamo che si abbassi il famigerato cuneo fiscale, avevo i calzoni corti quando si parlava del cuneo fiscale, è stato mai ridotto? NO! Oggi siamo il primo Paese europeo per percentuale di tasse sul lavoro, quindi significa che si devono abbassare gli stipendi, ovvero ognuno di noi deve lavorare un pochino di più e prendere un po’ meno soldi.

Investimenti stranieri…
Facciamo un esempio; in famiglia tu e tua moglie lavorate ed avete un reddito di €4.000 al mese netti, per cui avete fatto un mutuo per acquistare la casa dove abitate, avete arredato la casa facendo un prestito, avete anche acquistato l’automobile facendo un prestito contraendo un debito totale di €200.000.

C’è già qualcosa che dovrebbe saltare all’occhio, te con un reddito lordo di €80.000 puoi contrarre un debito di €200.000 (pari al 250% del tuo PIL), mentre uno stato che ha un debito del 120% ci fanno credere che è a rischio fallimento.

Ma a parte questa incongruenza, immagina che domani mattina la banca inizia ad alzarti i tassi di interesse del mutuo e dei prestiti, dicendoti che l’unico modo per riabbassarli e tornare ad avere più soldi in tasca è concedere alla banca di investire nella tua famiglia, ovvero cedergli una quota della casa, cedergli la proprietà dell’auto, dell’arredamento, di tutto ciò che puoi “quotare”, perché devi ridurre il debito e devi diventare più competitivo.

Ogni volta che abbiamo passato una crisi è arrivata sempre la ricetta che dobbiamo fare in modo che i Paesi esteri investano in casa nostra, portando capitali freschi, ma questo significa vendere; vendere la Ducati, vendere Bulgari, vendere Gucci, vendere Galbani, Motta, Peroni… ecc. ma ogni volta che vendiamo una azienda, ci impoveriamo sempre di più, perché togliamo all’Italia una piccola fonte di energia produttiva.

Va bèh che ci importa chi è il proprietario di quella azienda? La produzione tanto resta in Italia; certo, ma se prima la Peroni produceva birra con il malto coltivato in Italia, dando lavoro all’agricoltura locale, chi ti dice che adesso quel malto non viene dalla Tunisia, dove costa di meno? Ma il prezzo della birra resta lo stesso, quindi la proprietà guadagnerebbe di più ma un coltivatore italiano non lavora più, ma la birra continua ad essere made in italy ma con materia prima e proprietà estera.

Non siamo più proprietari di quella azienda, quindi non siamo noi a decidere chi lavora, dove lavora e con quali materie prime, poi il giorno che la proprietà decide che in Ucraina si guadagna di più, chiude la fabbrica in Italia e la apre li.

Possiamo fare mille esempi del genere.

Questo si chiama DEINDUSTRIALIZZARE, e la deindustrializzazione porta una Nazione alla morte.


Quindi quando un esponente politico ti dice che dobbiamo diventare più competitivi per attirare finanziamenti esteri, ti sta dicendo, devi guadagnare di meno, così è più facile vendere l’azienda dove lavori, poi se chiude tra un anno o due e te resti senza lavoro, beh non tutte le ciambelle riescono con il buco; la prossima volta che vai a votare pensa anche a questo.


Riferimento: