sabato 27 aprile 2013

Con alto senso di responsabilità, l’imbroglio è compiuto!


Facendo un’analisi delle elezioni appena chiuse, il 26 febbraio scrivevo: “ci troviamo di fronte all’eventualità che PD e PDL si coalizzino, magari con il supporto di Monti…”.

Se mettiamo insieme alcuni fatti, sembra quasi sia stato tutto programmato sin dall’inizio, da chi, lo lascio intuire a voi.

Qualche giorno dopo le elezioni, Berlusconi ha iniziato a dire che il PDL era pronto ad appoggiare un governo PD, ma Bersani coerente con la sua campagna elettorale, gli ha tenuto la porta ben chiusa.

Forse Bersani voleva veramente avviare un rinnovamento della politica, sperando fino all’ultimo che il M5S accettasse di entrare nel governo, anche se avrebbero dovuto firmare una cambiale in bianco, ma la posizione ferma di Grillo deve averlo indispettito altrimenti avrebbe accettato di votare Rodotà.

Ma anche Renzi, dopo il suo lungo silenzio, torna a farsi sentire e dai primi di marzo,  ha più volte punto il fianco di Bersani spingendo al dialogo con il PDL; ma niente da fare, Bersani è irremovibile.

Ma i giorni passano, l’elezione del Capo di Stato si avvicina ed il governo non vede la luce.

Tre giorni prima dell’inizio delle votazioni per il Capo di Stato, il 15 aprile, a Parma si è svolta la ricorrenza del centenario di Pietro Barilla, alla quale ha partecipato Berlusconi ma, casualmente c’era anche Renzi ed i due si sono appartati in una saletta riservata per più di un’ora, ma nessuno sa cosa si siano detti.

Il 18 aprile iniziano le votazioni del Presidente della Repubblica, il primo candidato proposto da Bersani è Marini, ma non raggiunge il quorum; il secondo e terzo scrutinio di fatto vengono saltati votando scheda bianca, al quarto scrutinio Bersani propone Prodi, ma 101 parlamentari del PD non lo votano ed ora Bersani è fuori dai giochi, dimissionario lui e tutta la segreteria del PD.

La sera del 19 inizia una processione al Quirinale per convincere Napolitano a restare e nonostante lui abbia giurato e spergiurato che non avrebbe mai accettato di restare, il giorno dopo, al quinto scrutinio viene rieletto.

Il 24 aprile Napolitano nomina Enrico Letta (nipote di Gianni Letta) che apre al PDL, ed ora abbiamo un governo PD – PDL – Scelta Civica.

Cosa si sono detti in quella saletta riservata Berlusconi e Renzi?

Perché 101 parlamentari del PD non hanno votato Prodi?

Che rapporti ci sono tra Berlusconi, Renzi, Letta (Enrico) e Napolitano?

Lascio a voi rispondere a queste tre domande.

Nessun commento:

Posta un commento